Alla scoperta dei Piccoli Amici

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Il focus settimanale sul nostro Settore Giovanile, oggi parliamo della Scuola Calcio

Benvenuto Mister Michele Brizzo, direttore responsabile della nostra Scuola Calcio. Se dovesse tracciare il profilo di un allenatore della scuola calcio quali caratteristiche selezionerebbe?
La scuola calcio è quel momento in cui i bimbi muovono i primi cruciali passi nel calcio. E grazie all’intervento dei nostri allenatori laureati in scienze motorie che li seguono passo dopo passo lo possono fare nel migliore dei modi. Insegnano ai bimbi le basi di uno sport come il calcio. Rispettando le fasi sensibili ma non solo. La scuola calcio vuole formare i bambini non solo dal punto di vista calcistico ma anche sul lato dei valori dello sport. Per questo al posto di allenatori sarebbe più corretto utilizzare la parola istruttori. Questo fanno i miei collaboratori: educano i bambini. E per farlo, nella mia idea, non vi è una regola di età, ma di certo per essere degli istruttori bisogna avere pazienza ed energia, fantasia. Questo accade più difficilmente ad una certa età, ma non è detto che non si possa verificare. Noi abbiamo molti istruttori giovani che cominciano dalla scuola calcio per intraprendere il percorso da allenatori. 

Come comunicate il calcio  ai vostri bambini?
Cerchiamo di far passare lo sport attraverso il gioco per metterli a loro agio. Nel gioco poi bisogna istruire il bambino nel bene, cioè in caso di vittoria, e nel male, in caso di sconfitta. La cosa più importante è coinvolgere i bambini e il modo più efficace per farlo è il divertimento. L’allenamento, anche se il termine non sarebbe corretto, deve essere strutturato sotto forma di gioco. Così catturiamo l’attenzione dei bambini evitando i momenti di noia. Bisogna perciò stimolarli. Uno strumento importante è la palla. Per i piccoli avere la palla è fondamentale perché è un catalizzatore di attenzione. Usiamo sempre la palla negli esercizi.

A questa età la partita è un momento importante o si può evitare?
È un’esperienza diversa che serve più al bambino. Quando ero piccolo io nella scuola calcio non si facevano le partite. Ora si gioca fin da subito. Ma l’allenamento è molto più importante. Però più si cresce più la partita prende significato. Vista dal punto di vista dell’istruttore fa parte dell’allenamento. Quando l’attenzione si sposta sulla competizione la partita può essere rischiosa. È il momento più complicato per riprodurre un gesto tecnico e bisogna dare importanza a questo e non al risultato. 

La nostra è una Scuola Calcio Elìte quanto importante è questo?
È un riconoscimento importante che si da alle persone qualificate e alla società che dimostrano un certo valore. Ti mette al di sopra di altre società vicine. E’ un onore, ma anche un onere. Si sente la responsabilità di fare sempre bene e dimostrare di essere all’altezza di questo riconoscimento. Uno degli aspetti importanti è la collaborazione con l’Inter i cui istruttori vengono a seguire i nostri bambini. È un momento di formazione per tutti.

Da tre anni vive il mondo Castellanzese. Come è cambiata la scuola calcio e quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere?
Sono arrivato tre anni fa e ricordo che c’erano quaranta bambini alla scuola calcio. Oggi di bambini ne abbiamo ben novanta dunque la crescita penso ci sia stata. La crescita della Castellanzese è stata evidente. Ogni anno si cresce per via della dirigenza ambiziosa e organizzata. E i risultati sono visibili negli open day a cui centinaia di bambini.

Gli obiettivi personali di Michele Brizzo…
Vivo il ruolo di responsabile della scuola calcio come se fosse un vero e proprio lavoro perchè sono laureato in questo campo e vorrei che questo diventasse la mia vita per davvero. Cerco di essere il più professionale possibile, in linea con la professionalità della società. Che mi ha permesso di raggiungere un livello molto importante. Voglio continuare a migliorare insieme ai miei collaboratori. Imparare e portare avanti la mia passione.